Domanda non retorica: se Hamas venisse sconfitto/scomparisse stasera, chi convincerebbe mai l’esercito israeliani a lasciare Gaza?
Di certo non gli Stati Uniti, l’Unione Europea, l’ONU, l’Autorità Nazionale Palestinese, il mondo arabo o la sinistra israeliana.
È in questo modo che la guerra di Israele sta rafforzando Hamas, ovvero mostrandoli come l’ultimo gruppo in grado di costringere Israele a lasciare Gaza.
Netanyahu e il suo predecessore Naftali Bennett hanno entrambi affermato che anche nel caso Hamas se ne andasse oggi, l’esercito resterebbe a comunque Gaza per il “foreseeable future ” (che il modo in cui Israele dice “per sempre”). Insediamenti, pulizia etnica, trasferimenti forzati.. sono tutti nel programma.
Chi li fermerà?
L’UE è “completamente irrilevante” (parole loro).
Gli Stati Uniti non si sono nemmeno preoccupati di impedire a Israele di invadere Rafah e non hanno mai fatto nulla per contrastare l’invasione, nonostante Biden l’abbia indicata esplicitamente come una inderogabile “linea rossa”.
Hanno tollerato la “presenza” di Israele (ovvero, la dittatura militare) in Cisgiordania per decenni, e non stanno battendo ciglio per le scorrerie dell’IDF in tutta Jenin, Tulkarem… ecc. Perché mai dovrebbero comportarsi diversamente per Gaza nel caso Netanyahu dicesse “da qui non ce ne andiamo”?
Ecco perché molti palestinesi, tra cui alcuni degli oppositori più accaniti di Hamas, ritengono ora che Hamas abbia le ultime due carte in mano per costringere Israele a lasciare Gaza: le trattative per il rilascio degli ostaggi e la guerriglia di logoramento da parte dei suoi miliziani, per far pagare un caro prezzo all’esercito israeliano per la sua permanenza a Gaza.
I gazawi hanno ormai capito di essere soli. Nessuno nel “mondo civile” sta muovendo un dito per porre fine alla guerra, figuriamoci se convinceranno Israele ad andarsene da Gaza.
L’abbandono, il tradimento e la disperazione sono sempre stati tra le sorgenti più potenti della forza di Hamas.
L’inversione di questa tendenza inizia con l’offrire ai palestinesi un autentico percorso alternativo verso una vita dignitosa di base. Non puoi uccidere un’idea, a meno che non ne proponi una migliore!”