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Con il campus distrutto, l’IUG riprende le lezioni online

Pubblicato su The Electronic Intifada di Huda Skaik.

Le lezioni dell’università sono ricominciate online. Ma portare avanti i corsi durante la guerra è molto difficile.

Questo semestre non mi sono iscritta ai corsi. Quando ho visto su facebook che l’università islamica di Gaza aveva aperto le immatricolazioni online – perché Israele ha distrutto il campus dell’ IUG – ho valutato se iscrivermi ai corsi.

Ma alla fine ho perso l’entusiasmo e ho rinunciato.

Una vista della vasta distruzione dell’Università islamica di Gaza, ad al-Rimal, nella città di Gaza, il 18 aprile.

Qui la situazione non è semplice. Io sono sfollata in una tenda a Nuseirat,  nel centro di Gaza, con altre venti persone. La connessione internet è lenta, intorno a me c’è sempre rumore, a volte dobbiamo evacuare improvvisamente, la mia salute mentale è devastata. Sarebbe stato il mio terzo anno di studio di letteratura inglese. In circostanze normali l’inizio del semestre accademico è un periodo di promesse e nuovi inizi.

Non quest’anno.

Non potevo pensare di partecipare a lezioni formali, anche se online. Ora sono una studentessa rimasta bloccata al secondo anno.

RICORDI DELL’EDIFICIO N

L’anno scorso in questo periodo mi stavo iscrivendo ai corsi di lingua e letteratura inglese. Ho scelto questa facoltà perché spero di diventare insegnante. Ogni mattina le strade intorno al campus erano piene di studenti venuti da ogni parte della Striscia di Gaza.

Io mi dirigevo all’edificio N per seguire le lezioni su Shakespeare e la poesia, sugli elementi del racconto breve, sulle tragedie di Sofocle, sull’arte della traduzione e sulla linguistica. Poi, durante le pause, incontravo gli amici per chiacchierare.

L’edificio N ora è completamente distrutto. È stato bruciato in un attacco israeliano. Anche la biblioteca dove trascorrevo ore a leggere e studiare non c’è più, così come l’edificio amministrativo, dove incontravo i professori nell’orario di ricevimento, e la sala conferenze, dove si svolgevano le cerimonie di laurea e le mostre degli studenti. La distruzione di questi edifici non è solo una perdita strutturale.

È profondamente personale: ha cancellato ricordi e un modo di vivere. Ho nostalgia dei giorni in cui potevo perdermi nei libri.

Studiare come atto di Resistenza

Continuare a studiare ora sembra un atto di resistenza e rivendicazione. I ritmi della vita accademica sono stati stravolti sostituiti da un ambiente in cui la sicurezza è un lusso e i suoni dei conflitti sono un promemoria costante della nostra realtà.

Sedersi ad una scrivania e leggere non è piu possibile, ma è il simbolo di una vita passata che appare ormai  irraggiungibile.

A volte, guardare indietro è doloroso.
Penso all’anno scorso, quando recitavo la poesia di Tamim al Barghouti, “A Gerusalemme“, al festival organizzato dal dipartimento di inglese, durante il quale il corpo studentesco declamava poesie, cantava o metteva in scena opere teatrali. Era per noi un’opportunità di affrontare le nostre paure ed uscire dal nostro guscio.

Ricordo l’orgoglio che ho provato sul palco. Mi sentivo piena di speranza e convinta che la vita che immaginavo sarebbe diventata realtà.

RITUALE MATTUTINO

Non mi sono iscritta all’università, ma continuo a studiare.
Io e un mio amico abbiamo deciso di riservare i venerdì a parlare di quello che abbiamo imparato durante la settimana, come se il nostro fosse uno studio indipendente.

Ogni mattina mi sveglio con i suoni delle esplosioni di artiglieria o il ronzio dei droni. La luce più fioca proviene dalle fessure delle nostre tende improvvisate nella tenda. Mi alzo dal mio materasso sul pavimento e continuo con la mia giornata.

Il mio rituale mattutino è importante per me. Il mio primo compito è sedermi da solo per un po’, per cercare di trovare un po’ di pace dal rumore e dal caos. Leggo le notizie in inglese e scrivo storie e poesie.

Ora è più difficile fare cose che una volta erano facili. Faccio fatica a caricare libri sul mio telefono con la connessione internet lenta e spesso non disponibile. Le penne e i quaderni che uso ora sono diversi e più costosi di quelli che usavo una volta.

Ma so che ogni riga che scrivo e ogni giorno che dedico alla mia istruzione rappresentano una ferma presa di posizione contro la distruzione che mi circonda.

Con o senza una scrivania, una connessione di rete affidabile, le mie penne e i miei post-it di lusso e la sicurezza che un tempo davo per scontata, mi dedico con tutto il cuore alla mia istruzione.

Huda Skaik è una studentessa di letteratura inglese, una scrittrice e una videomaker.

The Electronic Intifada è un sito indipendente di notizie sulla Palestina.