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Intervento al corte del 25 aprile 25 in zona San Paolo

La questione Palestinese continua a essere un esempio di intersezionalità, che mostra come si intersecano su una stessa popolazione le linee della violenza e dello sfruttamento ed evidenzia al contempo l’importanza di una battaglia che ponga fine a tutte le forme di oppressione. La resistenza e la lotta contro il colonialismo sionista di Israele ci insegna come la battaglia per la liberazione in palestina non può essere disgiunta dalla lotta transfemminista al patriarcato e al modello di stato nazione che questo porta con sè, uno stato violento, che divide gerarchicamente la popolazione sulla base di genere, di razza e di classe, e che usa queste linee di divisione per prosperare. Una battaglia, quella per la liberazione palestinese, che tiene insieme lotta anticapitalista, lotta antirazzista, lotta “ecologista” perchè lo stato coloniale che vuole abbattere è l’emblema del modello di stato nazione occidentale che fonda la sua fortuna sul continuo furto di terra e di ricchezza alle popolazioni, sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sull’ecosistema, riducendo tutto a mezzo da sfruttare fino all’estremo per l’arricchimento di pochi.

 Noi oggi siamo qui in zona san paolo, a ricordare le e i nostri matriri della Resistenza, che sognavano un mondo più giusto e rispettoso della vita umana. La Resistenza è viva, e la Palestina ce lo dimostra ogni giorno. Nonostante gli e le innumerevoli martiri a causa di israele, il popolo palestinese ci ricorda che non c’è liberazione senza lotta, e noi dobbiamo mettere in pratica questo insegnamento. 

    Ci siamo chiest3 se fosse possibile collegare la lotta palestinese al nostro quartiere e non è stato difficile individuare anche qua, all’interno delle nostre vie all’apparenza pacificate, alcuni nemici comuni. Si tratta delle piattaforme Airbnb e Booking, che negli ultimi anni si sono intrufolate silenziosamente nel nostro quartiere rubando spazi alle e ai residenti. 

Il marketing e la comunicazione disegnano turistificazione e “studentificazione” del quartiere come operazioni di rigenerazione e riqalificazione della città che torneranno utili e produttive per tutt3. In realtà, come vediamo succedere in tutte le città italiane, queste operazioni servono solo per spingere fuori la popolazione, e trasformare le vecchie città occidentali (ormai improduttive e inutili) in parchi giochi turistici da cui solo pochissimi grandi proprietari trarranno profitto.

Negli ultimi anni sono sorti decine di airbnb in queste vie, parallelamente agli sgomberi di occupazioni abitative, le quali sicuramente rappresentavano una soluzione all’emergenza abitativa, a differenza del sistema di affitti brevi che solo i ricchi si possono permettere. è inammissibile che in una città con 50 mila alloggi vuoti ci siano migliaia di persone senza fissa dimora o che faticano a pagare un affitto, e parallelamente ci siano case che costano centinaia di euro a notte.

 Ma cosa c’entrano gli airbnb in zona san paolo con la Palestina? 

 Airbnb, così come booking, sono due aziende complici del colonialismo di insediamento israeliano in quanto entrambe sponsorizzano l’affitto di case e ville nei territori della Cisgiordania occupata, com’è stato anche denunciato dal movimento BDS in una delle sue campagne di boicottaggio. 

Airbnb possiede circa 200 proprietà in affitto all’interno delle colonie d’insediamento israeliane illegali, al centro di sistematiche violazioni dei diritti umani subite dai palestinesi.

Nel 2018, Airbnb ha dichiarato che avrebbe rimosso dai suoi elenchi gli alloggi presenti nelle colonie, per poi revocare la decisione. Non ci stupirebbe se Airbnb avesse un ruolo centrale nel vergognoso piano di netanyahu e trump di trasformare gaza in un villaggio turistico, mascherato da ricostruzione della striscia.

 Il nostro intento è quindi quello di denunciare la presenza di airbnb nel nostro quartiere, essenzialmente per 2 motivi:

     1) contribuisce al peggioramento dell’emergenza abitativa della città, sposando un modello di turismo per poch3 e volto solamente al profitto

     2) normalizza la presenza massiccia in città di un’azienda che non nasconde il suo sostegno al colonialismo di insediamento iniziato in Palestina ormai 77 anni fa

Per questo motivo boicottiamo e sanzioniamo Airbnb e Booking, per il bene del nostro quartiere e per la Palestina. Durante questi mesi di genocidio il boicottaggio e le proteste a sostegno della Palestina hanno duramente colpito Israele e tutti i suoi servi economici, e quindi noi continueremo a mobilitarci per colpire ciò che a Torino snatura i quartieri, e in Palestina ruba le terre.

Palestina libera dal fiume fino al mare