
di Defense for Children International – Palestine
Ramallah, 7 novembre 2025 — Un altro numero record di bambini palestinesi è trattenuto in detenzione amministrativa senza accusa né processo.
Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Israel Prison Service (IPS), al 30 settembre 2025 erano 350 i minori palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. 168 minori, ovvero il 48% del totale, sono trattenuti in detenzione amministrativa senza accusa né processo. Si tratta, al contempo,del numero e della percentuale più alta mai registrata dal 2008, anno in cui il Defense for Children International – Palestine ha iniziato a monitorare i numeri. L’IPS, che in genere pubblica i dati sui detenuti trimestralmente, ha pubblicato i dati del terzo trimestre del 2025 con oltre un mese di ritardo.
“Quasi la metà di tutti i bambini palestinesi detenuti da Israele sono trattenuti senza accusa né processo”, ha affermato Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma di accountability del DCIP. “È chiaro che la pratica israeliana della detenzione dei minori non ha nulla a che fare con lo stato di diritto, la giustizia o la sicurezza. Si tratta di un sistema arbitrario progettato per rimuovere fisicamente, reprimere e soffocare lo sviluppo dei bambini palestinesi, instillando un senso permanente di paura e insicurezza”.
I dati pubblicati dall’IPS riguardano le prigioni sotto la sua amministrazione, tra cui Megiddo e Ofer, dove i minori sono detenuti e incarcerati. Questi dati non includono i minori detenuti nei centri militari israeliani di detenzione per gli interrogatori. Non sono disponibili dati sul numero di minori o adulti detenuti in questi siti, sebbene il DCIP abbia raccolto testimonianze dirette di minori precedentemente detenuti che descrivono torture sistematiche e condizioni disumanizzanti.
Questi numeri giungono in un momento in cui i minori palestinesi denunciano costantemente condizioni spaventose e debilitanti all’interno delle strutture di detenzione israeliane, in primis la fornitura inadeguata (quando non la privazione) di cibo e acqua, le numerose percosse e molestie verbali, la mancanza di accesso alle cure mediche, l’isolamento e la tortura. L’uso della tortura e della detenzione arbitraria contro i minori è in diretta contraddizione con l’articolo 37 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, che Israele ha ratificato. Eppure la violazione e sistematica e, quanto più possibile, invisibilizzata. Israele continua, infatti- come prassi dal 7 ottobre 2023- a vietare al Comitato Internazionale della Croce Rossa di fare visita ai detenuti palestinesi per evitare di accettarne le condizioni.
Gli avvocati che rappresentano i detenuti palestinesi continuano a incontrare crescenti ostacoli alla rappresentanza legale, ivi inclusa la cancellazione delle visite programmate, severe limitazioni agli orari di visita, ritardi prolungati che si estendono per mesi e divieti di portare anche solo il materiale di base utile al caso. Agli avvocati è vietato trasmettere semplici messaggi provenienti dalle famiglie, mentre, dall’altra parte, i bambini che tentano di trasmettere messaggi alle loro famiglie tramite un avvocato vengono picchiati.
Ogni giorno che un bambino trascorre in una prigione israeliana senza alcuna accusa è un giorno rubato alla sua sicurezza, alla sua istruzione e alla sua infanzia. Il crescente ricorso alla detenzione amministrativa contro i minori da parte di Israele riflette una deliberata politica di repressione e, se ancora ne servivano dimostrazioni, il completo collasso dello stato di diritto. La sistematica negazione del giusto processo, del contatto familiare e della supervisione indipendente sottolinea un modello di impunità sancito dallo Stato. Il DCIP invita la comunità internazionale ad agire con decisione per porre fine alla detenzione illegale di bambini palestinesi da parte di Israele e a tutelare i loro diritti alla libertà e alla dignità.